Passa ai contenuti principali

Egitto, L'islamizzazione forzata delle ragazze copte


Qui di seguito propongo un'interrogazione dell'europarlamentare Andrea Zanoni del 12 ottobre 2011 e riguardante il rapimento di ragazze copte: un dramma che come europei non possiamo ignorare.

Il rapimento e l’islamizzazione forzata perpetrati sistematicamente ai danni di ragazze minorenni copte in Egitto è un fenomeno frequente, pericoloso e in rapido aumento. Il numero di ragazze coinvolte è aumentato dopo la rivoluzione di marzo 2011.
Delle ragazze rapite a partire dagli anni Settanta, solo pochissime sono state restituite alle loro famiglie e nessuno dei rapitori è mai stato assicurato alla giustizia. Queste ragazze sono forzate a contrarre matrimoni fittizi con dei musulmani, violentate, forzate a convertirsi all’Islam e separate per sempre dalle loro famiglie. Le ragazze, alcune appena dodicenni, vengono rapite nelle strade egiziane. Spesso, mentre le ragazze subiscono uno stupro, vengono scattate delle foto poi utilizzate come strumento di ricatto per forzare la loro conversione all’Islam. Nell’ottobre del 2009, Amira, la figlia diciassettenne di Samiria Markos, una madre single di Alessandria, è sparita mentre andava a lavorare presso una fabbrica di plastica. Quando la madre si è presentata alla moschea locale per cercare sua figlia, le è stato detto che, se non avesse taciuto, il suo figlio di nove anni sarebbe stato ucciso. La donna e suo figlio sono quindi fuggiti e di Amira non si è saputo più nulla.
La legge egiziana proibisce la conversione di minorenni ad altre religioni, ma ciò sembra non valere per le ragazze copte. Ogni anno, vengono denunciati centinaia di casi di rapimenti di ragazze minorenni appartenenti a famiglie cristiane; solo pochissime volte è stato possibile restituirle alle loro famiglie e nessuno di quelli accusati del rapimento di ragazze copte è stato mai assicurato alla giustizia egiziana. [...]

Commenti

Post popolari in questo blog

Parliamo di Nizza e della sua italianità

Su facebook è attivo il gruppo "Nizza italiana" e, tra le varie discussioni, segnalo una lettera di un nizzardo che si firma Jo Musso, e la risposta del prof. Giulio Vignoli. Riporto le lettere così come sono state inserite dai loro Autori, senza toccare nemmeno una virgola. Attendo ulteriori contributi a questa costruttiva discussione. (Carlo Silvano) Il 15/12/2011 12.56, Jo Musso ha scritto: Jo Musso ha pubblicato qualcosa nel gruppo Nizza italiana .

Val Poschiavo: una valle alpina nel mondo

Qui di seguito pubblico una parte di un saggio dell'antropologa Michela Nussio dedicato alla Val Poschiavo (Grigioni Italiano) ed inserito nel volume "Una memoria per gli emigranti" (vedi post precedenti). Anche le foto solo di M. Nussio. La Val Poschiavo non è sempre stata parte dell’attuale Svizzera. Durante l’epoca romana apparteneva all’XI Regio, dopo il periodo carolingio passò dapprima al vescovo di Como e poi ai Visconti di Milano. Dopo vari tentativi il vescovo di Coira [1] riuscì a sottrarla al Ducato milanese. Nel 1408 la valle entrò a far parte della Lega Caddea: da quel giorno il suo futuro fu principalmente legato alla storia grigionese e quindi svizzera [2] . La Val Poschiavo appartiene quindi soltanto geograficamente e culturalmente alla Valtellina. A partire dalle due guerre mondiali, infatti, con la perdita d’importanza dell’agricoltura, si è sempre più orientata economicamente verso la Svizzera tedesca [3] . È un distretto composto da due comuni, Br

Luciano Danti, I ticinesi hanno il diritto di essere riconosciuti come italiani

LUCIANO DANTI , Noi Ticinesi abbiamo il pieno diritto etnico-culturale di essere considerati italiani intervista a cura di Carlo Silvano Col ticinese  Luciani Danti [1] , da anni promotore dell’italianità del Canton Ticino e del Grigioni, torno a toccare temi che riguardano la Svizzera che, come Stato, ingloba “quattro” etnie (tedesca, francese, italiana e ladina), così da comprendere come mai una parte della Lombardia, ovvero il Canton Ticino e le valli grigionesi Mesolcina, Calanca, Poschiavo e Bregaglia, rientrano da diversi secoli nei confini politici della Confederazione elvetica. Luciano Danti, per chi ama le tradizioni la Svizzera inizia il suo cammino come Stato nel lontano Primo agosto del 1291. È così? A questa domanda riporto le semplici - ma intense - parole dello storico Georges Andrey [2] , in un’intervista rilasciata diversi anni fa a “Swissinfo”. Secondo la tradizione, il 1° agosto 1291, i rappresentanti di Uri, Svitto e Untervaldo si riunirono sul p