La parabola del Figliol prodigo e il pensiero buddista La parabola del Figliol prodigo (Luca 15,11-32) è una delle più toccanti narrazioni evangeliche, rivelando il volto misericordioso del Dio cristiano. Essa racconta la storia di un giovane che, abbandonata la casa paterna per vivere dissolutamente, torna pentito e viene accolto con gioia dal padre. Questo racconto cristiano è profondamente radicato nell’idea di un Dio amorevole e personale, disposto a perdonare e accogliere incondizionatamente chiunque si converta. Nel contesto del buddismo, invece, tale parabola sarebbe quasi inconcepibile. Questo non per una mancanza di compassione, ma per una diversa visione della realtà, della relazione tra gli esseri e del concetto di responsabilità personale. Analizzando il Figliol Prodigo alla luce del pensiero buddista, emergono differenze radicali che illustrano il divario tra le prospettive teologica e filosofica delle due tradizioni. La parabola nel cristianesimo: l’amore incondizi
E' una collana editoriale che pone l’accento sull’identità culturale e sociale delle comunità erose dall'emigrazione. Se da un lato i flussi migratori generano un ulteriore impoverimento delle aree di partenza - private di potenziale forza lavoro - dall’altra, portano linfa a comunità che necessitano di risorse umane. Raccogliamo documenti e testimonianze di quanti hanno vissuto lontano dalla propria patria, per contribuire a realizzare un mondo dove tutti si sentano a "casa propria".