Passa ai contenuti principali

Germania e Scandinavia: le Missioni Cattoliche Italiane

Occorrono nuovi sacerdoti per gli italiani residenti in Germania e nella penisola Scandinava. A lanciare l'appello è don Pio Visentin, editore del giornale "Il Corriere d'Italia" (http://www.corritalia.de/) e da tempo missionario in Germania. A don Visentin abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio il ruolo che svolgono le Missioni cattoliche italiane in Germania.
Allo stato attuale quanti sacerdoti occorrono per soddisfare le necessità delle Missioni cattoliche italiane presenti in Germania e nella Scandinavia?
Attualmente siamo in difficoltà per cinque comunità italiane in Germania e una in Svezia. In particolare, la comunità di Francoforte, chiede la presenza di almeno due sacerdoti, trattandosi in realtà di due comunità in città e una nelle vicinanze.
I nostri preti seguono le comunità italiane solo sotto l'aspetto spirituale o sono impegnati anche sotto il profilo sociale e culturale?
Intendiamoci, sempre è stato prevalente l'impegno per un accompagnamento spirituale, anche negli anni '60 e '70, il tempo della prima emigrazione. Anche se allora soprattutto la Missione era un po' tutto: luogo di incontro degli italiani, ufficio per il disbrigo di pratiche civili, riferimento per problemi sociali. Se allora però il missionario era un "tuttofare" prezioso e indispensabile, a motivo dell'insufficienza del servizio degli Enti di assistenza e dei Patronati, oggi è più libero e attento per garantire un accompagnamento spirituale e sostenere le comunità in un cammino di fede.
Le nuove generazioni di italiani che vivono e lavorano in Germania, sono interessati alle attività delle Missioni cattoliche?
Può sembrare strano, eppure per molti giovani resta di fatto più "appetibile" la comunità italiana di quella tedesca. Un dato significativo: bambini che hanno fatto la Prima Comunione con la parrocchia tedesca, ce li ritroviamo qualche anno doppo a fare la preparazione alla Cresima con la Missione. L'"integrazione" - termine sospetto, ma lo usiamo per intenderci - non è definita dalla conoscenza della lingua locale. O, se vogliamo, i tempi dell'integrazione linguistica, non sono gli stessi di quella culturale. Ed èproprio questa constatazione, che noi stessi abbiamo fatto a posteriori, a giustificare e rendere ancora necessaria la nostra azione pastorale oggi, pur in presenza della terza generazione di Italiani.
Secondo lei, oltre alla fede cattolica, quali sono i collanti che tengono uniti gli italiani all'estero?
L'italianitá, che è un complesso di tradizioni, sensibiltà, orgoglio di essere diversi, o meglio, quello che siamo. Nessuna altra manifestazione religiosa della città di Stoccarda porta tanta gente a riversarsi sulla strade quanta ne portano gli italiani con la Passione vivente del Venerdì santo!
Quale futuro vede per le Missioni cattoliche in Germania e in Scandinavia?
L'esperienza nostra di emigrazione ci induce ad una certa prudenza nel fare pronostici. E' vero, mancano i sacerdoti. Il fenomeno investe tutta laChiesa, soprattutto in questi Paesi del Nord Europa. Eppure, a fronte di questa situazione, che non dice una Chiesa in ritirata, constatiamo l'emergere, e proprio nelle nostre Comunità italiane in Germania e Scandinavia, un laicato cristiano adulto e corresponsabile nell'annuncio della novitá cristiana. Non escludo che possano "sopravvivere" a lungo, visto che sono porzioni di Chiesa viva, non intenzionate a perdere una loro identità, ma a fare Chiesa con una Chiesa, che vuole essere sempre più"cattolica". [a cura di Carlo Silvano]
_____________
Si consiglia la lettura dell'articolo nel sito:

Commenti

edizo ha detto…
Sono missionario sacerdote, 20 anni di sacerdozio e vivo in Italia dal 1984. Sono disposto a lavorare. Parlo inglese, Italiano ed spagnolo. Mio indirizzo: e.orina@yahoo.com
Carlo Silvano ha detto…
Chiedo scusa, ma solo ora vedo questo commento. La contatterò tra qualche minuto. Saluti, Carlo

Post popolari in questo blog

Ricostruire la società italiana: un progetto identitario per il futuro

Ricostruire la società italiana: un progetto identitario per il futuro La società italiana contemporanea si trova a un bivio. Negli ultimi decenni, i processi di globalizzazione, le trasformazioni economiche e l’erosione di valori condivisi hanno contribuito a frammentare il tessuto sociale e culturale del nostro Paese. In questo contesto, emerge l’urgenza di un progetto di ricostruzione identitaria che permetta all’Italia di ritrovare un senso di appartenenza e di proiettarsi nel futuro senza rinnegare le sue radici. Questo processo deve poggiare su alcune fondamenta essenziali, che costituiscono il cuore della nostra identità culturale, storica e territoriale. La centralità della lingua italiana La lingua è uno dei pilastri fondamentali per la coesione di una comunità. In un’epoca in cui il dominio di lingue globali, come l’inglese, rischia di appiattire le diversità culturali, è fondamentale valorizzare e difendere la lingua italiana. La lingua non è solo uno s...

Ruderi e case abbandonate: testimoni silenziosi di storie perdute

  Ruderi e c ase a bbandonate: t estimoni s ilenziosi di s torie p erdute Viaggiare in treno o in auto offre a chi ha lo sguardo attento l’opportunità di osservare, spesso distrattamente, ruderi e abitazioni abbandonate. Case che, pur nel loro stato di decadenza, raccontano storie silenziose di un tempo lontano. Muri che un tempo sono stati il rifugio di famiglie e ora giacciono in rovina, circondati dalla natura che li ha inglobati. Questi ruderi, ormai dimenticati, sono testimoni di un’epoca in cui la vita rurale e il sacrificio quotidiano si intrecciavano in un’esistenza che oggi sembra ormai appartenere a un’altra era. Immaginare il passato di queste case abbandonate è un esercizio che affonda nelle pieghe della fantasia, ma anche nella tristezza di ciò che è stato e che non possiamo più rivivere. Quanti anni fa sono state edificate? Con quale fatica, con quanti sacrifici? Ogni pietra, ogni travatura, ogni tegola racconta una storia di sudore e speranza. Queste abitazioni ...

La crisi della Sinistra e il significato dell’astensionismo nei referendum: riflessioni in vista dell’8-9 giugno 2025

    La crisi della Sinistra e il significato dell’astensionismo nei referendum: riflessioni in vista dell’8-9 giugno 2025 di Carlo Silvano   Nei giorni 8 e 9 giugno 2025 gli elettori italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi: quattro di questi riguardano il mondo del lavoro, con l’intento di cancellare alcuni capisaldi del “Jobs Act”, e uno propone la modifica dei criteri per l’acquisizione della cittadinanza italiana. La campagna referendaria è sostenuta principalmente da forze della Sinistra politica, in particolare il Partito Democratico e il sindacato della CGIL. Tuttavia, a fronte dell’apparente rilancio di un’agenda progressista, emerge un dato inquietante: una crescente disconnessione tra le battaglie ideologiche di una parte della Sinistra e le reali priorità della società italiana. Il lavoro, senza dubbio, è una delle aree più critiche del nostro sistema socioeconomico. Eppure, i quesiti referendari sembrano affrontare...