Cristianesimo e Comunismo:
punti di contatto e punti di contrasto
di Carlo Silvano
Rileggendo alcuni brani del libretto intitolato “La proposta comunista”, di Enrico Berlinguer, ho scritto alcune note che avevo già abbozzato tempo fa per un articolo, e riguardanti i punti di contratto e di contatto tra cristianesimo e comunismo.
Come molti sanno l’ideologia comunista nasce ufficialmente con la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista nel 1848 da parte di Karl Marx e Friedrich Engels. Il comunismo, in senso ideologico, si presenta come una teoria politica, economica e sociale che mira all’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e alla realizzazione di una società senza classi. Questo sistema utopico prevede la gestione collettiva delle risorse e la distribuzione equa della ricchezza, eliminando le disuguaglianze economiche e sociali che derivano dal capitalismo. Le origini del pensiero comunista, tuttavia, si possono rintracciare in diverse correnti filosofiche e sociali dell’epoca moderna, ma è solo con Marx ed Engels che il comunismo assume una forma teorica precisa e un carattere militante.
Il marxismo, che rappresenta la base filosofica del comunismo, è una visione del mondo che si fonda sul materialismo storico e dialettico, affermando che i cambiamenti sociali ed economici avvengono attraverso la lotta di classe. L’ideologia comunista si contrappone così al capitalismo, considerato la fonte di sfruttamento e oppressione, e mira alla costruzione di una società socialista come fase di transizione verso il comunismo.
Nel corso del tempo, il comunismo ha influenzato profondamente la politica mondiale, portando all’instaurazione di regimi comunisti in diversi Paesi, e spesso opponendosi a ideologie di matrice religiosa. Uno degli aspetti più interessanti del comunismo, infatti, è il rapporto che esso ha instaurato con la cultura e la spiritualità cristiana, che da una parte ha influenzato alcuni dei suoi principi, ma dall'altra è stata anche oggetto di rigetto e conflitto.
Contributi
della cultura e spiritualità cristiana all’ideologia
comunista
Nonostante
il comunismo abbia preso posizione nettamente contraria alle
istituzioni religiose, alcuni valori presenti nella cultura e
spiritualità cristiana possono essere rintracciati nell’ideologia
comunista. Innanzitutto, l’idea di una società giusta e
ugualitaria, in cui le risorse vengono distribuite equamente tra
tutti, è in parte ispirata dal messaggio evangelico di solidarietà
e carità. Nei Vangeli, infatti, si trovano molti richiami all’aiuto
verso i poveri, alla condivisione dei beni, al superamento
dell’egoismo e alla ricerca di una giustizia universale.
In particolare, alcuni passi del Nuovo Testamento, come negli Atti degli Apostoli (2,44-45) in cui si legge «Tutti coloro che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e i loro beni e ne distribuivano il ricavato a tutti, secondo il bisogno di ciascuno», sono stati letti da alcuni teorici comunisti come una sorta di “comunismo cristiano” ante litteram. Il principio della solidarietà e della fratellanza universale, centrale nel cristianesimo, è stato reinterpretato dai teorici marxisti in chiave materialista come un richiamo alla lotta di classe e alla necessità di superare le divisioni sociali.
Un altro elemento di contatto tra cristianesimo e comunismo riguarda la critica all’accumulazione di ricchezze e all’avarizia, considerata uno dei principali mali della società capitalista. La condanna del materialismo consumistico e dell’ingiustizia sociale, presente nei testi sacri e nella dottrina sociale della Chiesa, è stata in parte ripresa dall’ideologia comunista, che ha fatto della lotta contro lo sfruttamento economico e sociale il suo obiettivo primario.
Rifiuto
della cultura e spiritualità cristiana da parte del
comunismo
Nonostante
queste somiglianze, il comunismo ha anche preso le distanze in
maniera netta dalla cultura e dalla spiritualità cristiana.
Innanzitutto, il marxismo si fonda su una visione materialista del
mondo, che nega l’esistenza di qualsiasi realtà trascendente o
divina. La religione, secondo Marx, è "l’oppio dei popoli",
una forma di alienazione che distoglie le classi oppresse dalla
consapevolezza della loro condizione reale, promettendo loro una
ricompensa in un aldilà inesistente. La religione è vista come uno
strumento del potere politico e del capitale per mantenere lo status
quo, e per questo motivo, i regimi comunisti hanno spesso
perseguitato le istituzioni religiose e limitato la libertà di
culto.
L'ideologia comunista rifiuta anche l’idea cristiana del peccato originale e della redenzione attraverso la grazia divina, sostituendola con una visione della storia come una progressione inevitabile verso il comunismo, attraverso il superamento delle contraddizioni sociali. L’idea di redenzione è qui immanente e legata alla prassi rivoluzionaria, non a una salvezza ultraterrena. Questo rifiuto si estende anche all’idea cristiana di umiltà e di sacrificio personale: per il marxismo, infatti, l’emancipazione dell’individuo avviene solo attraverso la lotta collettiva e la trasformazione delle strutture sociali, non attraverso una rinuncia individuale o una via ascetica.
Inoltre, il comunismo ha respinto l’idea della famiglia tradizionale come nucleo centrale della società, promuovendo invece una visione più collettivista delle relazioni sociali, dove il concetto di proprietà privata viene eliminato anche nell’ambito familiare. Questo ha portato a una critica del matrimonio e della struttura familiare tradizionale, considerati strumenti di controllo e oppressione, soprattutto nei confronti delle donne.
Conclusione
Il
rapporto tra ideologia comunista e cristianesimo è complesso e
ambiguo: se da una parte si possono individuare punti di contatto sul
piano della giustizia sociale e della critica all’ingiustizia
economica, dall’altra il rifiuto della trascendenza e la visione
materialista del comunismo hanno portato a una netta opposizione con
la religione cristiana. Questa opposizione ha avuto conseguenze
storiche significative, soprattutto nei Paesi in cui il comunismo è
divenuto ideologia di Stato e ha cercato di sopprimere la presenza
religiosa.
Oggi, l’ideologia comunista è ancora presente in alcuni Paesi come la Cina, Cuba, Corea del Nord, Vietnam e Laos, anche se con profonde differenze rispetto al comunismo originario teorizzato da Marx. In molti di questi Paesi, il comunismo si è adattato a contesti culturali e politici differenti, mantenendo alcuni principi di base come il controllo statale dell’economia, ma rinunciando spesso alla lotta contro la religione o modificando la propria struttura ideologica in funzione di nuove esigenze politiche e sociali.
________________
Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare su Libri di Carlo Silvano
Commenti