La presenza italiana nell'isola de "La Galite"
L'isola “La Galite”, situata a nord della Tunisia, rappresenta un importante frammento della diaspora italiana nel Mediterraneo. La storia di questa piccola isola è strettamente legata a quella di Ponza, un’isola italiana che, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, vide molti suoi abitanti emigrare verso nuove terre, tra cui appunto “La Galite”.
L’insediamento ponzese a La Galite
Il primo nucleo di coloni italiani a La Galite si formò negli anni Settanta dell’Ottocento, quando Antonio D’Arco, originario di Ponza, fuggì dall’Italia per stabilirsi su questa isola quasi disabitata. Portando con sé la famiglia e alcuni animali, Antonio D’Arco fondò una piccola comunità agricola e di pescatori, che attirò successivamente altri ponzesi. Questi coloni trasformarono “La Galite” in un microcosmo di tradizioni italiane, mantenendo costumi, dialetti, e anche la devozione per San Silverio, il santo patrono di Ponza, celebrato ogni anno con una processione sull'isola.
Vita e tradizioni della comunità italiana
La comunità italiana di “La Galite” raggiunse il suo massimo splendore nei primi decenni del Novecento, quando la popolazione arrivò a contare circa trecento persone. Gli abitanti si dedicarono principalmente alla pesca e alla viticoltura, producendo vini di alta qualità e pescando aragoste pregiate, molto richieste sulle tavole francesi della Belle Époque. Durante la Seconda guerra mondiale, la comunità italiana presente a “La Galite” si distinse per il suo contributo, aiutando, in particolare, i sommergibili italiani e tedeschi di passaggio.
La presenza di una chiesa e di una scuola conferma la stabilità della comunità, che rimase isolata dalle influenze esterne e si mantenne fedele alle tradizioni originarie. Anche dopo l’occupazione francese della Tunisia nel 1881, la comunità italiana conservò una certa autonomia, fino a quando, con l’indipendenza tunisina nel 1956, le condizioni cominciarono a cambiare radicalmente.
Il declino e l’abbandono dell’isola
Dopo la Seconda guerra mondiale e con l’indipendenza della Tunisia, la situazione a “La Galite” si complicò per gli italiani. La nazionalizzazione delle risorse e la revoca delle concessioni di pesca portarono a un graduale abbandono dell’isola. Negli anni Sessanta del Novecento molti italiani furono costretti a tornare in patria o a trasferirsi in Francia. L’ultimo abitante ponzese lasciò “La Galite” nel 1983, segnando la fine di una comunità che per oltre un secolo aveva rappresentato un frammento d’Italia in terra tunisina.
Oggi “La Galite” è abitata da una guarnigione militare tunisina, ma i resti delle costruzioni italiane e il piccolo cimitero testimoniano ancora la presenza di una comunità che seppe adattarsi e prosperare in un ambiente ostile. La memoria di questa singolare esperienza mediterranea resta viva grazie alle storie e ai documenti conservati, simbolo di un legame profondo tra Ponza e “La Galite”.
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