Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Presuntuosi e inconcludenti?

  Dal palco della Festa dell’Unità di Napoli , alle Terme di Agnano, il 1° ottobre 2023 , Vincenzo de Luca, P residente della Regione Campania, demolì il suo stesso partito: «Dentro il P artito Democratico c’è un tasso altissimo di presunzione. Ci sentiamo moralmente superiori, ma spesso siamo inferiori. Presuntuosi e inconcludenti». Non erano parole di un avversario, ma di un esponente conosciuto a livello nazionale e, all’epoca, il più votato del Pd in Italia, che parlava davanti alla sua stessa base. De Luca non usò giri di parole: dirigenti «maleducati», «imbecilli», correnti che si nutrivano di se stesse e un partito incapace persino di «organizzare una gita». Poi l’annuncio: «un’operazione verità», un giro per raccontare direttamente ai cittadini la sua idea di politica. Al netto dello stile ruvido, il punto era serio: se il Pd continuava a rifugiarsi nella retorica della superiorità morale senza produrre risultati concreti, se non affrontava il correntismo che paralizzava ...

«Signore, non sono degno…». Una preghiera che ci avvicina a Gesù

  «Signore, non sono degno…». Una preghiera che ci avvicina a Gesù   Durante la Santa Messa in Vetus Ordo, prima della Comunione, i fedeli insieme pronunciano la seguente preghiera:   «Dómine, non sum dignus, utin­tres sub tectum meum; sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea»,     ovvero: «Signore, non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto; ma dì una sola parola e l’anima mia sarà guarita».   Sono parole brevi, ma molto profonde. Vengono dal Vangelo, quando un centurione — cioè un ufficiale romano — chiese a Gesù di guarire il suo servo malato. Non si sentiva degno di riceverlo in casa, ma aveva una grande fede nella sua parola. Gesù, colpito da questa fiducia, guarì il servo a distanza.   Nella Messa in Vetus Ordo questa frase è pronunciata con calma, spesso tre volte, ed è accompagnata da un gesto: ci battiamo il petto, come segno di umiltà. È un momento in cui riconosciamo che, da soli, non siamo all’altezza di ricevere Gesù, ma s...

La questione morale di Enrico Berlinguer: un’eredità per la nuova politica

  La questione morale di Enrico Berlinguer:  un’eredità per la nuova politica di Carlo Silvano Ho riletto in questi giorni l’intervista che Enrico Berlinguer rilasciò a Eugenio Scalfari nel luglio del 1981 su La Repubblica . Quelle parole, pur pronunciate più di quarant’anni fa, conservano una forza straordinaria e pongono ancora oggi domande cruciali a chiunque voglia fare politica con serietà e senso del dovere. Berlinguer non parlava della corruzione solo come un problema di malcostume o di disonestà personale, ma come di una vera e propria crisi della democrazia. Secondo lui, la corruzione era la conseguenza di un modo degenerato di concepire e gestire il potere pubblico, di una politica che aveva smarrito la sua funzione di servizio. Ciò che colpisce, rileggendo quelle righe, è l’attualità delle sue osservazioni. I partiti, diceva, si erano trasformati in macchine di potere e di clientela, scollegate dalla vita reale e incapaci di rappresentare realmente i cittadini. Una...