Il governo di Parigi deve restituire ai
còrsi la piena libertà e indipendenza: è questo, in sintesi, il pensiero del prof.
Antoine Luciani, fondatore dell’associazione “Corsica cristiana” e
punto di riferimento per i còrsi che sono legati alle proprie origini e alla
propria identità. ‹‹Il governo francese – afferma il prof. Luciani – non
ci concederà mai la piena libertà e così noi siamo davanti a questa
alternativa: combattere o assistere alla scomparsa della nostra patria, cioè
alla scomparsa della nostra identità creata in quest’isola nel corso della
storia››.
La Corsica, come ci racconta il prof.
Antoine Luciani, ha una lunga storia: durante il periodo romano l’isola seguì
le sorti della Sardegna, ma nel sesto secolo la Corsica diventa “terra di San
Pietro” in quanto il re dei Franchi, Pipino il breve, la dona alla Santa Sede.
Questa donazione fu confermata, in seguito, anche da Carlo Magno. Con san
Gregorio Magno l’isola risorge, in quanto il Pontefice si erge anche a
protettore dei còrsi oppressi dal potere civile. In seguito, e nonostante le
proteste della Santa Sede, l’isola fu prima acquisita dalla Repubblica di Pisa,
in seguito dalla Repubblica di Genova che ottenne la Corsica dopo la vittoria
navale della Meloria (1284). ‹‹Il periodo pisano fu benefico per la Corsica –
aggiunge il prof. Luciani – mentre quello genovese, dopo un buon inizio, finì
male: la politica genovese fomentò una ribellione che durò per circa
quarant’anni: dal 1729 al 1769; la lotta terminò con la battaglia di Ponte Novo
e con l'annessione della Corsica alla Francia malgrado le proteste della Santa Sede
che si appellò al diritto internazionale››.
Pasquale Paoli (1725 - 1807)
Prof. Antoine Luciani, la Corsica ha
dato i natali a Pasquale Paoli e a Napoleone Buonaparte…
Se Napoleone Buonaparte non ha fatto
nulla per la Corsica, dobbiamo invece riconoscere che Pasquale Paoli ha tanti
meriti: ha governato la nostra isola per quattordici anni (1755-1769) riuscendo
a fare della Corsica uno stato perché oltre ad unificare le Pievi dell’isola ha
“creato” anche un sentimento nazionale.
Pasquale Paoli ha unificato l’isola
rendendola indipendente, anche se per soli quattordici anni e, come dice lei,
ha “creato” un sentimento nazionale, ma oggi qual è l’attuale situazione in
quest’isola?
La situazione attuale della Corsica
appare disperata: nell’isola siamo ottantamila còrsi su trecentotrentamila
persone. I non còrsi provengono da altre realtà e si assiste, pertanto, ad una
“sommersione demografica”. Abbiamo mezzo milione di còrsi che vivono
all’estero, ma molti ritornano regolarmente e desiderano essere seppelliti in
patria. Quando ero ragazzo nessuno comprendeva il francese, mentre ora tutti lo
parlano e il còrso, la nostra lingua materna, si sta perdendo così come stiamo
perdendo la nostra identità spirituale.
Secondo lei, in che modo l’Italia può
sostenere le aspirazioni dell’associazione “Corsica Cristiana”?
Ai nostri amici italiani chiediamo una
sola cosa: aiutarci a difendere i nostri diritti davanti alla Corte di
giustizia internazionale.
Il suo augurio per la Corsica e per i
còrsi?
Sappiamo che dalle situazioni disperate
può nascere la salvezza e allora il mio augurio per i còrsi è quello che
ottengano presto il riconoscimento dei propri diritti. (a cura di Carlo
Silvano)
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