Su facebook è attivo il gruppo "Nizza italiana" e, tra le varie discussioni, segnalo una lettera di un nizzardo che si firma Jo Musso, e la risposta del prof. Giulio Vignoli. Riporto le lettere così come sono state inserite dai loro Autori, senza toccare nemmeno una virgola. Attendo ulteriori contributi a questa costruttiva discussione. (Carlo Silvano)
Il 15/12/2011 12.56, Jo Musso ha scritto:
Il 15/12/2011 12.56, Jo Musso ha scritto:
Sono
un nizzardo. La popolazione de
Nizza e stata moltiplicata da
quasi 10 in cento anni. S'e e
vero que molti italiani sono
venuti a Nizza a l'inizio del
secolo, una maggioranza di
piemontesi, al città e
cambiata quando i francesi
d'Algeria sono venuti dopo
1960. Sono quasi 100 000
persone que sono venute
abitare in la regione. Ad
addizionare con i ritratti, e
tutti i francesi que sonno
venuti qui per il sole. Una
grande maggioranza a avuto
soltanto indifferenza face a
la nostra cultura, la nostra
lingua e la nostra istoria. E
un fatto Nizza e oggi "una
città francese" per una
maggioranza de "nizzardi".
Da dieci anni, le cose cominciano a cambiare un po. Un nuova generazione si sente nizzarda: hanno più interesso per la lingua per esempio. Molti sono dei giovani que hanno nonni de nizza prima li anni 60. Ma non tutti, ci sono anche figli di francesi e altri. L'identita di cui parlano e quella della Countea de Nissa, con la sua istroria particolare. Un territorio que non è provenzale, di cui la cultura non e occitana allora que la lingua l'e da origine. Io, che sono un "vero" nizzardo, (ho anche origine francesi e italiane), mi dispiace per voi, ma non conosco minga nizzardo che vuole che Nizza sia una città italiana. E un fatto. Faceva parte del' Piemonte, con autonomia, ma non e mai stata "italiana". La verità è que pochi conoscono l'istoria della nostra terra, e ancora meno quella di Garibaldi. Per esempio, li altri francesi per scherzare o no, dicono de noi que "siamo italiani" ... or tutti nizzardi che è falso. Nizza è stata "venduta" alla Francia, un anno prima che l'Italia come paese esiste. Questo, i nizzardi lo appiano. Oggi, con la crisi, con il rinuovo del'identita nizzarda, tanti capiscono que l'avvenir non è con Parigi, che molti nizzardi, giovani e vecchi odiano. Ancora meno con Marseille, che e è di fatto (administrativo) la capitale regionale di PACA. Penso que potrebbe creare un movimento que fa del'Euroregione: Nizza - Torino - Genova un proietto economico, culturale ... e storico viable. E l'unica via realista que potrebbe mobilizzare i nizzardi, che restano molti gelosi de la loro "indipendenza". Ne provenzale, ne occitana, ne francesa ... e ne italiana. Oggi è l'Europa, le nazioni non fanno più sognare. Bisogna creare nuovi modelli . Amicalmente,
Caro Musso,
non tutto quello che dici è giusto. Nizza è stata anche italiana per lingua, cultura e per sentimenti. E questa parte italiana è stata maggioritaria fino al 1860 quando migliaia e migliaia di nizzardi lasciarono la città per non diventare francesi. Su questo dovresti leggere il libro di Gustavo Mola di Nomaglio, "Nazionalità, identità e ragion di Stato", Marco Valerio editore, Torino, 2011, che ha censito coloro che lasciarono la città. Dopo il 1860 la Francia perseguitò e distrusse per anni e anni ogni forma di italianità. Proibendo la lingua, perseguitando chi era di sentimenti italiani, mandando in galera gli intellettuali di sentimenti italiani, chiudendo i giornali in lingua italiana, cancellando ogni traccia visibile di italianità e cercando di cancellarne anche il ricordo. Fu proibita persino la rappresentazione al teatro di Nizza di opere liriche italiane! Penso che quindi tu non conosca la vasta letteratura in lingua italiana espressa dal Nizzardo fino ai primi del Novecento con autori di tutto rispetto: Passeroni, Cotta, Bres, Andrè, Gioffredo ecc. ecc. Nel mio pamphlet "Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo", Edizioni Settecolori, distribuzione Mursia, Lamezia Terme, 2011, ho citato (non certo tutti) 115 autori nati a Nizza e nel Nizzardo che hanno scritto in lingua italiana dal 1300 al 1900. Questa letteratura italiana è sconosciuta lì da voi grazie agli insegnamenti che vi vengono impartiti. Un fatto è certo: il 99,99% degli attuali abitanti di Nizza ignorano il grande passato italiano di Nizza e del Nizzardo grazie alla scellerata opera delle autorità francesi e della scuola francese e ad un incredibile sciovinismo e imperialismo. Ma non solo quelli che parlavano in italiano erano di sentimenti italiani, ma anche molti che si esprimevano in francese. Conoscerai la famosa poetessa Agata Sofia Sassernò. Ebbene costei, che sempre poetò in lingua francese, votò contro l'annessione alla Franca perchè di sentimenti italianissimi. Garibaldi, che tu citi, fino a pochi giorni prima di morire riaffermò l'italianità di Nizza. E' veramente vergognoso che le autorità francesi, a proposito delle commemorazioni di Garibaldi, mentano sfacciatamente al proposito. Basta leggere l'epistolario di Garibaldi, interamente pubblicato dall'Archivio di Stato, per documentare la vera posizione del grande Nizzardo. Come hanno mentito vergognosamente, in occasione del 150° dell'annessione, su come avvennero i fatti. I risultati del plebiscito sono palesamente falsi. Basta leggere i risultati ufficiali che sono comici. Nulla forse saprai sulla rivolta di Nizza del 1871 che chiese a gran voce il ritorno all'Italia, il rattachement per dirla alla francese. Ti consiglio la lettura di altri due libri: Maurice Mauviel, "Enrico Sappia, cospiratore e agente segreto di Mazzini, Artemia editrice, Mosciano Sant'Angelo, 2009, e H, Sappia, " Nice contemporaine", France Europe Editions, Nice, 2006. Libro stampato in italiano a Londra nel 1871 e proibito in Francia, distrutto dalle autorità francesi e finalmente tradotto in francese e pubblicato a Nizza quasi 140 anni dopo!!! Leggili, informati meglio, vai nelle librerie antiquarie di Nizza e negli Archivi, vedrai quanta roba troverai (molta fu però bruciata dopo il 1871), tenuta quasi nascosta. Ti si aprirà uno scenario straordinario e sconosciuto al 99% ai tuoi attuali concittadini. Cari saluti Giulio Vignoli |
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