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GABRIELE BINI, NEI GIOVANI IL SENTIMENTO PATRIOTTICO E’ ANCORA VIVO!

ROMA – Il prossimo 6 settembre sarà inaugurato a Roma un nuovo circolo dell’Associazione “Pasquale Paoli”: un sodalizio che ha come obiettivo quello di stringere legami tra l’Italia e la Corsica. L’apertura di questa nuova sede rappresenta un’occasione per riflettere con Gabriele Bini, giovane attivista e ideatore e promotore di tante iniziative socio-culturali, su alcune questioni legate all’irredentismo e al concetto di Patria.
(statua dedicata al patriota Pasquale Paoli)

Gabriele Bini, l’Italia ha problemi di una certa rilevanza come, ad esempio, il calo demografico, il debito pubblico, la fuga all’estero di tanti giovani in cerca di lavoro e le infiltrazioni mafiose in tanti apparati dello Stato. Ha senso, allora, parlare di irredentismo?
Sì, a mio parere oggi ha ancora senso parlare di irredentismo anche se, come tu hai detto, l’Italia sta passando un periodo buio della sua storia tra fuga dei giovani all'estero, calo demografico e mafia che inquina il nostro tessuto socio-economico, ma proprio per questo i valori patriottici e irredentisti devono essere riscoperti e vissuti per riuscire a creare un nuovo sentimento di appartenenza alla nostra Patria, alla nostra Italia, da parte dei giovani ed in questo modo evitare la loro fuga altrove, ma farli restare nel proprio paese di origine in modo da contribuire allo sviluppo economico e alla salvaguardia della cultura e delle tradizioni locali.

Qual è la tua personale definizione di “irredentismo”? 
Per me essere irredentista vuol dire molte cose. Io sono un irredentista italiano e desidero vedere sotto il tricolore italiano le terre irredente che mancano al mosaico non finito dell'unità d'Italia. Allo stesso tempo, però, ritengo importante anche il sentimento dell'autodeterminazione dei popoli, e non solo per le popolazioni italiche, e considero fondamentale anche altre forme di irredentismo, come quello greco e tedesco. Sono, quindi, per l'unione dei popoli sotto un’unica bandiera purché ognuno possa pienamente vivere la propria cultura, lingua, tradizioni e storia.

.…e qual è la tua definizione di “patria”? 
La “Patria” rappresenta la mia casa, ovvero il paese in cui sono nato e dove voglio morire. La Patria rappresenta la “casa” del mio popolo che ci accoglie, ci tutela, ci nutre, ci sostiene e ci vuole bene, e noi abbiamo il diritto ed il dovere di difenderla.

In questi ultimi mesi ti stai particolarmente impegnando a diffondere i valori dell’irredentismo: i tuoi coetanei sono interessati?
Sì, sto riportando tra gruppi di giovani i valori dell'irredentismo con il tema della Corsica che ho molto a cuore e devo dire che sto trovando, ancora nei giovani di oggi, un forte sentimento patriottico: ci sono ancora giovani pronti a collaborare su questo tipo di tematiche e di questo ne sono fiero.

Cosa puoi dirmi dei circoli irredentistici che hai recentemente istituito?
Stiamo dando vita a dei circoli sia in Corsica che in Italia: sono circoli culturali che avranno l'obiettivo di evidenziare tutti i rapporti storico-culturali che da secoli legano la Corsica all’Italia, per far conoscere la storia ai corsi che non sanno delle proprie origini italiane e, allo stesso tempo, servirà anche per risvegliare quel sentimento irredentista che ha portato all'unità d'Italia e al suo susseguirsi. Stiamo lavorando soprattutto su articoli riguardanti personaggi o fatti storici che legano Corsica ed Italia...

A che punto siete?
Diciamo che siamo a un buon punto: il lavoro è molto e la strada è certamente lunga e dubbia ancora, ma noi non molliamo anche perché il colloquio coi corsi va bene. È già molto che riusciremo a far aprire un circolo a Propiano, nel sud-ovest della Corsica, ma mi sto organizzando con altri corsi per aprirne uno a Bastia e così in altre zone.

Per quanto riguarda i circoli presenti in Italia?
Il primo Circolo che abbiamo aperto è stato quello di Padova. Abbiamo poi una sede a Roma nord frequentata da circa cento persone, poi siamo presenti con un altro circolo a Roma sud, a Bolsena e in altre zone nel Lazio. Il Circolo di Roma nord sarà ufficialmente inaugurato il 6 settembre prossimo ed invito tutti a venire in via Alessandro VII, numero  34 A, alle ore 17,15 per partecipare a questo evento. Ci stiamo impegnando molto anche per aprire nuovi circoli, in particolare a Torino, Genova, Firenze, Lucca, Milano, Brescia, Udine, Ancona, Bari, Catania, Sassari e Napoli. Il nostro obiettivo è realizzare una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, in modo da avere un certo peso in Italia così da per poter aiutare la Corsica.

Gabriele, come ultima domanda ti chiedo qual è la figura risorgimentale che rappresenta la tua stella polare nel diffondere i valori irredentistici? 
La figura che più ammiro è quella di Giuseppe Garibaldi perché è stato il più grande patriota italiano, artefice della nostra unità nazionale e combattente in altri Paesi desiderosi di conquistare la propria libertà. La sua città natia, ovvero Nizza, è purtroppo finita sotto il dominio dei francesi ed io considero molto importante ciò che Giuseppe Garibaldi, il 19 maggio del 1882, guardando da Caprera le coste della Corsica, disse: "La Corsica e Nizza non debbono appartenere alla Francia; e verrà un giorno in cui l'Italia, conscia del suo valore, reclamerà a ponente e a levante le sue province, che vergognosamente languono sotto la dominazione straniera".
(a cura di Carlo Silvano)

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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, fondatore e presidente dell'Associazione culturale "Nizza italiana" ed autore di diversi volumi.

La storia della città di Nizza, che diede i natali a Giuseppe Garibaldi, è poco conosciuta agli italiani e più passa il tempo più si sbiadisce il ricordo della sua italianità. Ed è per questo motivo che Carlo Silvano ha pubblicato un agevole libretto intitolato "Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni", in cui propone al lettore una riflessione sulle beffe della storia, in una chiave culturale e non rivendicazionista. Leggendo questo volumetto il lettore potrà così scoprire lati oscuri della nostra storia risorgimentale: la cessione della città di Nizza alla Francia nel 1860 fu un doloroso tributo che - molto probabilmente - si poteva evitare. Ceduta al governo di Parigi, Nizza subì una feroce francesizzazione con la chiusura, in particolare, di tutte le scuole e i giornali di lingua italiana. E ancora oggi la Francia continua - nei confronti delle minoranze etniche e linguistiche presenti sul suo territorio - unopera di francesizzazione, omogenizzando tutte le differenze, e ricchezze culturali, piuttosto che perseguire i principi di fratellanza, uguaglianza e libertà. Nel volumetto è inserito un significativo capitolo sulleroina nizzarda Catarina Segurana, la quale durante un assedio franco-turco guidò alla vittoria i suoi concittadini nel 1543. E proprio a Caterina Segurana è dedicata una poesia, a firma di Adriana Michielin, inserita nel libretto. “Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni” è un volumetto pratico e scorrevole, adatto a tutti, da consigliare e regalare soprattutto ai ragazzi delle scuole medie.

Per maggiori informazioni sul volume cliccare Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni

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