Se perfino il diavolo
riconosce il Figlio di Dio,
stolto è chi ancora dubita
È IL DIAVOLO CHE CI INSEGNA
A CREDERE IN GESÙ CRISTO
Le
tentazioni di Gesù nel deserto, narrate nei Vangeli sinottici,
rappresentano un momento cruciale nel ministero terreno di Cristo. Dopo
il battesimo nel Giordano, Gesù, guidato dallo Spirito Santo, si ritira
nel deserto per quaranta giorni, durante i quali affronta le insidie di
Satana. Questo episodio non solo manifesta la piena umanità di Gesù, ma
sottolinea anche la sua divinità, riconosciuta persino dal diavolo.
Nei
racconti evangelici, Satana si rivolge a Gesù dicendo: “Se tu sei
Figlio di Dio...” (Matteo 4,3 e Luca 4,3), tentando di mettere in
discussione la sua identità divina. Questa formula implica che il
diavolo è consapevole della natura filiale di Gesù e cerca di indurlo a
usare il suo potere divino per fini personali, distogliendolo dalla
missione affidatagli dal Padre. Paradossalmente, attraverso queste
tentazioni, Satana conferma la verità centrale della fede cristiana:
Gesù è realmente il Figlio di Dio.
Il
Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che “Gesù Cristo è vero Dio e
vero uomo, nell’unità della sua Persona divina; per questo motivo è
l’unico mediatore tra Dio e gli uomini” (CCC, 480). Se persino il
diavolo riconosce questa realtà, quanto più noi, come fedeli, siamo
chiamati a credere fermamente nella divinità di Cristo.
Le
tentazioni nel deserto evidenziano anche che solo attraverso Gesù
possiamo giungere al Padre. Nel respingere le proposte di Satana, Gesù
riafferma la centralità di Dio nella vita dell’uomo e la necessità di un
rapporto autentico con Lui, che passa attraverso l’obbedienza e la
comunione con il Figlio. Come sottolinea il Catechismo, “Per una
decisione del tutto libera, Dio si rivela e si dona all’uomo svelando il
suo mistero, il suo disegno di benevolenza prestabilito da tutta
l’eternità in Cristo a favore di tutti gli uomini" (CCC, 50).
In
un’epoca in cui si tende a relativizzare la fede, sostenendo che tutte
le religioni conducono a Dio, la testimonianza dei Vangeli e
l’insegnamento della Chiesa ci ricordano che è solo attraverso Cristo
che possiamo contemplare pienamente il volto di Dio. Gesù stesso
dichiara: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre
se non per mezzo di me” (Giovanni 14,6). Queste parole sottolineano la
specificità e l’unicità della rivelazione cristiana.
In
conclusione, le tentazioni di Gesù nel deserto non solo rivelano la sua
identità divina, ma ci insegnano anche che la via per giungere a Dio
passa necessariamente attraverso di Lui. Se persino il diavolo riconosce
questa verità, siamo chiamati con maggiore convinzione a fondare la
nostra fede sulla persona di Cristo, unico mediatore e rivelatore del
Padre. (Carlo Silvano)
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Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare sul collegamento: Libri di Carlo Silvano
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