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GIORGIO TRIBBIOLI, LA CITTÀ DI NIZZA TORNI AD ESSERE UN LUOGO SERENO E SICURO

 

    NIZZA – In questi ultimi anni la città di Nizza è stata il teatro di due sanguinosi attentati di matrice matrice islamica: il più grave si è verificato il 14 luglio del 2016 sul lungomare della città, con 86 vittime ed il ferimento di altre 458 persone, mentre il secondo è avvenuto il 26 ottobre del 2020 all’interno della cattedrale della città con l’uccisione di tre fedeli.


     

    Con l’intervista che segue al dottor Giorgio Tribbioli (foto sopra) vogliamo ricordare il primo e tragico evento. «In quel periodo - riferisce Tribbioli - non ero a Nizza e neppure a Tenda, ma ero al mare in Versilia, e come tutti ho seguito la strage di Nizza alla televisione. Sono rimasto sconvolto. A Nizza ero di casa e andavo sempre a passeggio con mia moglie e i miei figli proprio sulla "promenade" dove è stata compiuta la strage». 

    Le foto della città di Nizza che arricchiscono l’intervista sono state gentilmente offerte da Lorenza Tribbioli-Leach.


    Con quale stato d’animo ha vissuto le prime notizie che sono giunte sulla strage del 14 luglio 2016?

    In quei momenti mi trovavo in Versilia, a Forte dei Marmi, dove da qualche anno ci recavamo a trascorrere le vacanze estive. Mia moglie era nata a Nizza, dove viveva tutta la sua famiglia di origine, sua madre e parecchi zii e cugini. Vacanze che sovente eravamo soliti trascorrere a Nizza, ed il luogo dove avvenne la strage era da sempre il posto dove andavamo di solito, la “promenade”. Ero sconvolto dalle notizie che avevo dalla televisione e anche molto preoccupato per ciò che avrebbe potuto succedere a tutti i miei conoscenti e parenti…

    Lei si è sposato a Nizza?

    Sì, e ogni volta che era possibile mi recavo con mia moglie ed i miei figli sia in vacanza, sia a trovare i numerosi parenti di mia moglie. Per fortuna grazie al telefono fui rassicurato: nessuno tra parenti e amici fu colpito, ma ero veramente sconvolto e amareggiato. 


    Secondo lei, prima che si verificasse quella terribile strage, si pensava che potesse succedere qualcosa del genere a Nizza?

    No, né i miei familiari né altri avremmo mai pensato che potesse succedere nulla del genere.

    Dopo l’attentato ha visitato il luogo della strage?

    Sì, ho visitato il luogo della strage e ricordo tutti i fiori che le persone portavano insieme ai ricordi delle vittime: era veramente angosciante perché la “promenade” non era più il luogo del passeggio, del mare, delle spiagge, ma il luogo della sofferenza e della tristezza.

     Qual è stato l’aspetto che più l'ha colpito riguardo a questo attacco terroristico?

    Nizza, luogo di vacanze, di turismo e di bellezza, si era trasformata in luogo di angoscia e di paura, i primi tempi evitavo di andare nelle vie centrali e vicino al mare, avevo un po' paura e ansia, e me la sono portata dietro per qualche anno; anche i miei parenti e amici cambiarono le loro abitudini, uscendo di meno ed evitando di frequentare i luoghi della strage. 

    In base alle sue informazioni, come ha reagito la locale comunità musulmana di fronte a questo attacco terroristico?

    Non ho notizie dirette sulle reazioni della comunità musulmana a parte la condanna verbale degli imam, non so quanto sincera e reale, ma noi nizzardi quando incrociavamo musulmani veri o presunti cambiavamo percorso. 


    Sotto il profilo politico-culturale quali azioni, secondo lei, le autorità municipali della città di Nizza dovrebbero intraprendere per “comprendere” quella strage ed evitare che finisca nel dimenticatoio?

    Non può finire nel dimenticatoio purtroppo perché alcune altre vicende, come l'attacco nella cattedrale di Nizza lo dimostra, tengono elevata la memoria e ci impediscono di dimenticare, né sarebbe giusto dimenticare! Le autorità municipali cercano di trattare bene i musulmani, forse perché ne hanno paura, ma non mi risulta che abbiano fatto qualcosa di positivo per evitare che altri possano seguire l'esempio di quei pochi che tramano nell'ombra. Se hanno fatto qualcosa non ne sono al corrente.

    Oggi, ripensando a quanto è accaduto il 14 luglio 2016, quali sono le sue considerazioni?  

    Per me Nizza era un luogo di pace dove era possibile vivere tranquilli e sereni, ma ora per me è difficile ritrovare l'atmosfera dove era bellissimo trascorrere il proprio tempo in sicurezza e pace. La città è cambiata e non in meglio, alcuni quartieri sono abitati esclusivamente da arabi che passeggiano in gruppi che praticamente rendono difficile sentirsi sicuri e protetti, ma sono convinto che sarebbe possibile migliorare questa situazione, purtroppo le autorità non contribuiscono a trovare e proporre rimedi; la città è divisa in quartieri dove la popolazione ha paura e quindi evita, mentre altri quartieri sono praticamente presi in ostaggio da immigrati che vivono di espedienti. Per fortuna ci sono, ed io ne conosco personalmente, immigrati regolari che lavorano e sono degnissime persone; purtroppo la minoranza che vive nell'odio e nell'invidia danneggia il resto della popolazione. Io vivo questa situazione con amarezza, sono italiano, ma grazie a mia moglie ho anche la cittadinanza francese ed amo la Francia come mia seconda patria e spero che Nizza possa tornare ad essere luogo di pace e di serenità.

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    Il presente blog è curato da Carlo Silvano, autore di numerosi volumi. Per informazioni cliccare su LIBRI DI CARLO SILVANO




     

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