Passa ai contenuti principali

Canton Ticino, La Val Verzasca negli scritti di Anna Gnesa e nelle foto di Alex Polli


Un libro da leggere e una valle da visitare. La scrittrice Anna Gnesa (1904 – 1986) pubblicò due libri ambientati nella val Verzasca (Canton Ticino): due volumi che in Italia non sono molto conosciuti, ma che meritano certamente l’attenzione del grande pubblico, in particolare di quanti amano l’arco alpino e le culture dei villaggi montani. Qui di seguito vengono proposti alcuni brani tratti dal libro “Questa valle” insieme a delle foto realizzate da Alex Polli.




I
‹‹Non la chiassosa e torbida Lütschine, ma la Verzasca è la vera perla dei corsi d’acqua, montani. Nessun artista al mondo ha mai dipinto un verde come questo. Nessuno che non l’abbia visto qui, immagina che possa esistere›› (Philippe Charles Gosset, p. 44).


(Alex Polli, particolare di una casa nel villaggio di Brione in val Verzasca)

II
‹‹Dove gli serviva, il verzaschese ha lasciato la roccia naturale, il masso trovato sul posto, a far da scalino, da lastra del pavimento, da rinforzo delle fondamenta. C’è perfino una casa, e non antica, murata addosso a un blocco enorme che fa da parete: tanto che la pietra originaria scura, scabra, costituisce un intero lato della cucina dentro cui sporge obliqua. In cima al blocco fu portata un po’ di terra e ora in un orticino di due palmi crescono i fagioli, e i phlox violetti e i sancarlini bianchi guardano giù come fossero i rododendri o ginepri d’in cima a una rupe. Il brav’uomo che costruì la dimora pensava soltanto a fabbricarla solida, risparmiando materiale: in realtà espresse, con un simbolo smagliante, più che l’adesione, la fraternità del verzaschese con la sua montagna›› (p. 25). 
(Alex Polli, particolare di una casa a Sonogno in Val Verzasca)

‹‹Non di rado si manifestano nelle famiglie destini misteriosi, lo spietato dualismo per cui un essere è nato a soffrire, l’altro a far soffrire. L’inerme Lucia doveva subire l’avversione della dura sorella maggiore. La povertà era accettata come una legge di natura, comune a tutti, sopportabile del resto perché formaggio, polenta e un bicchiere di vino della propria vigna c’erano sempre›› (p. 37). 

(Alex Polli, Lavertezzo: ponte e villaggio)

 IV
‹‹Là alla svolta sotto San Bartolomeo, dove il fiume appariva sereno, pieno di vergine forza, pieno di racconti della sua strada nell’alba dei tempi e tra i pastori di ieri, oggi arriva il triste fiordo pensile; e quando il livello cala, tra le rive nude e sgretolate par di vedere uno scorcio della terra dopo il diluvio. Pure, non è lontano quel mattino: un sentiero scendeva tra l’erba folta, c’erano tante aquilege rosso cupo, passava una farfalla apollo come un piccolo aliante, una florida giovane col brentino andava verso il caprile aggrappato sull’altra sponda›› (p. 27).

(Alex Polli, particolare di un cortile di una casa a Brione)


V
‹‹Dalle tre montagne cuspidate sopra Gerra, l’acqua scende in una breve valletta e raggiunge il fiume con una cascata. La cascata precipita in un antro che, largamente aperto verso l’alto, sembra ricominciare la creazione di una valletta. Il torrente arriva al balzo scorrendo in una gola incassata, e l’acqua bianca esce dal buio con un galoppo di belva che fugge da una prigione sotterranea […] L’acqua scivolata sulle rocce lisce dell’alpe, scesa correndo fra i rododendri e gli alni dei pascoli, ora si frange in un getto trigemino e cade leggera e potente, con un precipitare alato e rigoroso che pare gioco ed è fatalità›› (p. 41).

VI
‹‹Fino a Brione il fiume scende tranquillo. Fluisce gelido in vene pullulanti dalle azzurre fratture delle rupi del nord, dalle fulve morene ad anfiteatro; traversa i pascoli più lontani, precipita lungo i solchi millenari fino al fondovalle, va spensierato, innocente, si divide in due rami, si riunisce imprigionando un isolotto di brughiera›› (p. 45).
(Alex Polli, particolare di una casa a Lavartezzo in Val Verzasca)

VII
‹‹Presso la casa abbracciata da un rosaio rosso rampicante, un gattino nero fa evoluzioni su un parapetto di legno per acchiapparsi la coda, e una vecchia accanto alla porta legge in un suo libro di preghiere›› (p. 87).

__________________________

ALEX POLLI è fotografo freelance e ha pubblicato il libro intitolato "Vicoli e corti del Ticino" (Fontanta Editore). Fotografa soprattutto architettura e paesaggi partecipando anche a concorsi internazionali, in particolare in Germania dove si è diverse volte classificato fra i primi 20 concorrenti su oltre 2000 foto. Nei mesi scorsi ha raggiunto la prima posizione nel concorso fotografico legato all'architettura. Inoltre, si è classificato al secondo posto nel concorso fotografico legato al festival del Film di Locarno e ha ottenuto una menzione d'onore nel concorso fotografico "Lugano Città del Gusto".

CARLO SILVANO, laureato in sociologia, cura alcuni blog e ha pubblicato diversi libri anche su problemi di rilevante attualità, come detenzione e mobbing. Per consultare l’elenco delle sue ultime pubblicazioni cliccare su  Libri di Carlo Silvano


Commenti

Post popolari in questo blog

I Samaritani: testimonianza vivente di fedeltà e diversità

I Samaritani, una delle comunità più antiche e meno numerose del mondo, rappresentano oggi una testimonianza vivente della ricchezza e della diversità del nostro patrimonio culturale e spirituale. Con la loro storia millenaria che risale all’antico Israele, i Samaritani sono un simbolo di resistenza e di fedeltà alle proprie tradizioni. Tuttavia, la loro condizione attuale, come esigua minoranza che secondo diversi studi conta tra le 800 e le 1200 persone, solleva interrogativi profondi sul ruolo della comunità internazionale nel proteggere e promuovere i diritti delle minoranze etniche e religiose.L ’importanza delle Nazioni Unite nella tutela delle minoranze Le Nazioni Unite (Onu) hanno un ruolo cruciale nella salvaguardia dei diritti delle minoranze. Attraverso strumenti come la “Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche”, l’Onu si impegna a garantire che tutte le minoranze possano vivere in dig

Luciano Danti, I ticinesi hanno il diritto di essere riconosciuti come italiani

LUCIANO DANTI , Noi Ticinesi abbiamo il pieno diritto etnico-culturale di essere considerati italiani intervista a cura di Carlo Silvano Col ticinese  Luciani Danti [1] , da anni promotore dell’italianità del Canton Ticino e del Grigioni, torno a toccare temi che riguardano la Svizzera che, come Stato, ingloba “quattro” etnie (tedesca, francese, italiana e ladina), così da comprendere come mai una parte della Lombardia, ovvero il Canton Ticino e le valli grigionesi Mesolcina, Calanca, Poschiavo e Bregaglia, rientrano da diversi secoli nei confini politici della Confederazione elvetica. Luciano Danti, per chi ama le tradizioni la Svizzera inizia il suo cammino come Stato nel lontano Primo agosto del 1291. È così? A questa domanda riporto le semplici - ma intense - parole dello storico Georges Andrey [2] , in un’intervista rilasciata diversi anni fa a “Swissinfo”. Secondo la tradizione, il 1° agosto 1291, i rappresentanti di Uri, Svitto e Untervaldo si riunirono sul p

Parliamo di Nizza e della sua italianità

Su facebook è attivo il gruppo "Nizza italiana" e, tra le varie discussioni, segnalo una lettera di un nizzardo che si firma Jo Musso, e la risposta del prof. Giulio Vignoli. Riporto le lettere così come sono state inserite dai loro Autori, senza toccare nemmeno una virgola. Attendo ulteriori contributi a questa costruttiva discussione. (Carlo Silvano) Il 15/12/2011 12.56, Jo Musso ha scritto: Jo Musso ha pubblicato qualcosa nel gruppo Nizza italiana .