Nicola Fiorucci
È nei nostri figli
il futuro della comunità nizzarda
intervista a cura di Carlo Silvano
Ad accompagnarci in un virtuale viaggio
nel cuore della città di Nizza è Nicola Fiorucci, nato in questa città il 19
febbraio del 1985, sposato e padre di tre figli. “Sono cresciuto – ci dice
Nicola Fiorucci – negli storici quartieri operai ubicati nella parte est
della città. La mia famiglia è italo-nizzarda: italiana da parte dei nonni
paterni e nizzarda da parte di quella dei nonni materni”.
Signor Nicola Fiorucci, da dove provenivano i
suoi nonni paterni?
Le mie radici italiane sono nella Tuscia
viterbese e lì torno da quando sono ragazzino almeno un’estate su due per
ritrovare la famiglia della mia defunta nonna e per sentire il legame con le mie
radici. I miei genitori e nonni mi hanno insegnato chi ero e da dove vengo.
Da quanto tempo si interessa alla storia e
alla cultura di Nizza e della sua "Contea"?
Posso dire che è da sempre che ho questi
interessi e sin dalla fine della mia adolescenza sono militante della causa
identitaria nizzarda. I miei interessi culturali si concentrano sulla
linguistica della contea di Nizza, le lingue occitane e italo-romanze in
generale, nonché la storia e le tradizioni dei popoli europei. In questi ultimi
tempi ho anche cominciato a scrivere poesie in lingua nizzarda: la
"quarantena" mi ha ispirato.
Signor Nico Fiorucci, come si chiamano
i quartieri storici e le principali strade e piazze della città “vecchia” di
Nizza?
Se parliamo solo della città “vecchia”, le
piazze portano spesso nomi di santi e personaggi legati alla storia di Nizza
come, ad esempio, San Fransé/Saint François/San Francesco, Santa Clara, piazza
Garibaldi, Massena, Carlo Felice, Rossetti. Le principali strade anche
come Jean Médecin (grande sindaco), ma le stradine del centro storico hanno
soprattutto nomi di santi, come San Martin e San Giòusep, o nomi di
corporazioni di mestiere, carriera della masselerìa, carriera della barilerìa,
carriera Pairoliera (pairòu significa calderone).
Percorrendo le stradine della città
“vecchia” di Nizza, qual è l’aspetto più interessante da vedere?
L'aspetto principale della “vecchia Nizza”
corrisponde ad una architettura ligure con tante cappelle in stile barocco e la
Cattedrale Santa Reparata con la sua cupola a tegole verniciate tipicamente
ligure. I quartieri Garibaldi, del Porto o la Piazza Massena sono invece
tipicamente delle piazze che ricordano Torino. Poi c’è la seconda parte della
città costruita dopo l'annessione, con il contributo dei "svernanti"
della "Belle époque": è più moderna e più francese nello stile.
Secondo lei, nella città “vecchia” ci
sono ancora persone che sono in grado di parlare correttamente il dialetto
“nizzardo”?
Penso, e ciò mi spiace molto, che non
siamo più del 10% a parlarlo correntemente e magari il 20% mescolando il
dialetto con il francese o l'italiano. Il vero popolo nizzardo, o
italo-nizzardo, oggi capisce bene il Nizzardo ma non lo parla.
Quali sono i proverbi tipici del
Nizzardo che meglio conosce?
- Lo plus buòn vin es achéu che si beu
embé lu amic / il vino più buono è quello che si beve con gli amici.
- Cu creu d'enganà Diu, si trompa eu mume
/ Chi crede di inngannare Dio, sbaglia se stesso.
- Cu pissa contra dau vent de l'istòria,
si bagna la camìa / Chi piscia contro il vento della storia si bagna la
camicia.
Qual è la tradizione più attesa e
partecipata dai nizzardi della città “vecchia”?
Nel centro storico sono ancora mantenute
delle feste padronali come Santa Reparata o la Madonna del Malonat dal
municipio e diversi associazioni nizzarde e confraternite. La festa popolare
più importante e vivace è quella che in nizzardo si chiama "Lu Mai",
che tradotta letteralmente è "i maggi/maggio", si celebra in diversi
quartieri, ma soprattutto nel giardino delle arene di Cimiez che era l'antica
città romana di Cemenellum, con danze tradizionali popolari, Farandola, Corenta
con concerti di gruppi locali, ma anche piemontesi e occitani durante tutti i
fine settimana del mese di maggio. Questa festa ha origine nelle antiche feste
pagane quando si festeggiava l’arrivo della primavera.
Secondo lei, la religione cattolica è
un collante sociale nella comunità dei nizzardi “veraci”?
Sì, come ho detto prima, direi che come
gli altri popoli italici, a d esempio i còrsi, anche i nizzardi hanno una
tradizione cattolica popolare. Certo, non sono più veramente credenti come i
nostri antenati e ciò riguarda un po’ tutti i popoli europei di oggi, ma
attualmente a Nizza c'è ancora un forte cattolicesimo popolare.
Può descrivermi un tipico piatto della
cucina nizzarda?
Voglio parlare della “Bagna Cauda”
che da sola mostra il forte legame tra la Contea di Nizza e il Piemonte. Si
tratta di una salsa calda a base di acciughe, aglio e olio d'oliva nella quale
ogni ospite immerge delle verdure, come carote, peperoni, zucchine, ravanelli e
sedano, alla maniera di una fonduta. Si possono usare quasi tutte le verdure. Un
proverbio piemotese dice: "Con la bagna caoda ogni verdura si accompagna".
La “Bagna Cauda” è una ricetta che ha origini nella Contea di Nizza e in Provenza,
mentre la “Bagna Caoda” piemontese ha le sue origini nella Via del Sale grazie
alla quale i mercanti della regione astigiana hanno potuto esportare la ricetta
dell'Anchoiade (acciuga).
Qual può essere la percentuale delle
persone che hanno un cognome di origine italiana?
Tra i cognomi nizzardi "veraci"
e quelli legati all'immigrazione italiana dopo l'annessione penso che i cognomi
di origine italiana rappresentino almeno il 65% dei cognomi tra Nizza l'antica
contea di Nizza, ma può anche darsi che arriviamo al 70%.
A conclusione di questa intervista le
chiedo, signor Nicola Fiorucci, quale futuro vede per la comunità nizzarda della città
“vecchia”?
Questa è una domanda difficile. Io direi che
facciamo tanto per affermare la nostra identità con diverse associazioni, ad
esempio come "Nissart per Tougiou", e mantenere e trasmettere
la cultura viva attraverso dei corsi di lingua, di danze tradizionali e con i “giochi
di una volta” e tra i vari giochi voglio ricordare la “Morra” che
l'associazione "Mourra dai catre canton" difende e promuove
organizzando incontri regionali e internazionali con i cugini transalpini,
savoiardi, còrsi, sardi e catalani. Siamo però nell'era della globalizzazione e
in una città come Nizza senza l'aiuto e senza, soprattutto, una forte volontà dei
politici tutto diventa molto difficile. Tanti nizzardi che non riconoscono
più la loro città scelgono di andare a vivere nelle nostre campagne e montagne
per ritrovare la tranquillità, ma anche il "viso" della Contea e della Nizza di
una volta e me ne frego se ciò che dico è politicamente scorretto. Anch'io ho
scelto di vendere per andare a vivere nelle nostre montagne e spero che ciò
avvenga presto. Per mantenere viva la nostra identità dobbiamo fare scelte
coraggiose: la prima “rivoluzione” deve essere interna e io ho scelto di
parlare ai miei figli in lingua nizzarda così da insegnarli chi sono io e da
dove vengono loro. Non sono il solo ad aver adottato questa decisione: ho
due amici molto vicini che hanno fatto la stessa scelta. Spero, per il futuro,
che i nostri figli continuino su questa strada!
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Nicola Fiorucci ha rilasciato la presente intervista a Carlo Silvano che cura il blog "Questioni di identità" ed è autore di numerosi volumi, come "Breve storia di Nizza e di altri territori italofoni". Un elenco di alcuni libri si può consultare cliccando su Libri di Carlo Silvano
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